Quando scade il MUD 2025?

La nuova scadenza per l’invio dei dati da parte dei soggetti obbligati è stata prorogata al 28 giugno prossimo.

Il Ministero dell’Ambiente ha recentemente annunciato una modifica importante riguardo al Modello Unico di Dichiarazione Ambientale (MUD) per l’anno 2025.

La modifica del MUD per il 2025 rappresenta un passo significativo verso una maggiore sostenibilità. In questa nuova configurazione, sono stati introdotti indicatori chiave per misurare non solo le quantità di rifiuti gestiti, ma anche l’impatto ambientale delle modalità di smaltimento. I soggetti obbligati a presentare il MUD dovranno ora considerare variabili relative al ciclo di vita dei materiali, promuovendo così un approccio più olistico.

Questa evoluzione stimola le aziende a innovare nei loro processi, incoraggiando l’adozione di tecnologie verdi e pratiche di economia circolare. I soggetti dovranno essere pronti a raccogliere dati più dettagliati riguardo al loro consumo di risorse, ma anche alla loro efficienza nel recupero e nel riciclo.

Lo slittamento rappresenta un’opportunità significativa per le aziende e gli enti che devono fornire informazioni sui rifiuti prodotti e gestiti nel corso dell’anno 2024, consentendo un margine di tempo aggiuntivo per la corretta compilazione del modello.

Novità e aggiornamenti del MUD

La pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) avvenuta ieri in Gazzetta Ufficiale segna l’inizio di questa nuova fase. Il modello, già disponibile sul sito del Ministero, non presenterà modifiche fondamentali nella sua struttura rispetto al passato. Tuttavia, alcuni elementi verranno sostanzialmente rivisitati per migliorare la chiarezza e l’efficienza del processo di dichiarazione.

In particolare, la scheda ‘materiali secondari’ (MAT) sarà aggiornata, includendo un nuovo campo per l’ammendante compostato con fanghi (acf). Inoltre, verrà inserito il codice ATECO 96.02.03 per rendere più specifiche le dichiarazioni. Questi cambiamenti, sebbene non drammatici, rappresentano un passo avanti verso una maggiore accuratezza delle informazioni fornite.

Infografica con pro e contro della nuova dichiarazione MUD

Obblighi per i comuni e aggiornamenti necessari

Sarà cruciale prestare attenzione alle novità introdotte, soprattutto quelle relative agli obblighi per i Comuni. Gli aggiornamenti sono stati resi necessari dall’aggiornamento biennale del Piano Economico Finanziario (PEF) stabilito da ARERA per il 2024 e il 2025. Tra le modifiche più rilevanti ci sarà un aggiornamento nella sezione costi, concepita per conformarsi alle nuove direttive in materia di calcolo della copertura dei costi della raccolta differenziata.

L’introduzione del nuovo coefficiente ‘Ηa’ (eta) e del macroindicatore ‘R1’ sarà fondamentale per la valutazione della qualità della raccolta differenziata. Ci troviamo quindi di fronte a un cambiamento che potrebbe avere un impatto significativo sulle modalità di gestione dei rifiuti e sulla consapevolezza circa il loro trattamento.

I produttori e la copertura dei costi

Francesco Iacotucci di ANCI ha chiarito che, in base alla normativa vigente, i produttori e utilizzatori di imballaggi devono coprire l’ottanta percento dei costi efficienti relativi alla raccolta differenziata. Tale comunicazione permetterà di ottenere una visione completa della attuale situazione della copertura dei costi dai rifiuti da imballaggio. Ciò è vitale e rappresenta un’opportunità per le amministrazioni di monitorare e ottimizzare i loro processi di raccolta.

Una corretta compilazione dei dati inseriti nel PEF potrebbe influenzare in maniera sostanziale il futuro delle attività di raccolta differenziata e, di conseguenza, la gestione sostenibile dei rifiuti sul territorio. La trasparenza e la precisione nella riconduzione dei dati non soltanto evitano possibili sanzioni, ma possono anche contribuire a una migliore pianificazione della gestione della risorsa.

Le scadenze e l'importanza della tracciabilità

La scadenza finale del 28 giugno si sovrapporrà con l’apertura del secondo scaglione di iscrizioni al nuovo sistema di tracciabilità RENTRi, previsto per il 15 giugno per tutte le aziende con il range da 10 a 49 dipendenti. Questa concomitanza potrebbe creare delle complicazioni per le aziende e i consulenti, che dovranno gestire in modo efficace entrambe le scadenze. Sebbene il MUD 2025 non introdurrà cambiamenti radicali, il quinto aggiornamento consecutivo mira a rendere il processo di adempimento più rigoroso.

Una gestione attenta di questa fase sarà quindi fondamentale per il successo delle pratiche di raccolta e per la qualità delle informazioni scambiate. Infine, il Ministero ha ribadito che il termine del 1 marzo per l’aggiornamento della modulistica deve essere considerato un’indicazione orientativa e non perentoria, lasciando la possibilità di un ulteriore riflessione sul miglioramento del processo.

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