Chi deve fare il MUD Telematico nel 2025?

Ogni anno, numerose imprese ed enti in Italia devono confrontarsi con l’obbligo MUD: la presentazione del Modello Unico di Dichiarazione Ambientale. Ma chi deve presentare il MUD esattamente? Identificare correttamente i soggetti obbligati MUD è il primo passo fondamentale per essere in regola con la normativa ambientale ed evitare sanzioni.

Chiariamo quali categorie di imprese ed enti pubblici sono tenute alla dichiarazione, analizza le principali esenzioni e alcuni casi particolari da considerare per l’anno 2025.

Per informazioni e la panoramica generale su cos’è e a cosa serve questa dichiarazione, puoi consultare la nostra guida completa al MUD Telematico.

Perché esiste l'obbligo di presentazione del MUD?

Prima di vedere chi è obbligato, ricordiamo brevemente lo scopo del MUD. Questa dichiarazione annuale permette a ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e alle altre autorità competenti di raccogliere dati precisi sui rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi) prodotti e gestiti sul territorio nazionale. L’obiettivo è monitorare i flussi, verificare il rispetto delle normative e orientare le politiche ambientali. Chi produce, trasporta, intermedia o gestisce impianti di trattamento rifiuti ha quindi la responsabilità di comunicare i dati relativi all’anno precedente, rispettando le scadenze definite annualmente.

Chi sono i soggetti obbligati alla presentazione del MUD?

Secondo la normativa vigente (principalmente il D.Lgs. 152/2006 e i DPCM annuali), i principali soggetti obbligati alla presentazione del Modello Unico di Dichiarazione Ambientale sono:

  1. Imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti pericolosi: Indipendentemente dal numero di dipendenti.
  2. Imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti non pericolosi: Solo se derivanti da lavorazioni industriali, artigianali, attività di recupero e smaltimento di rifiuti, fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento fumi, e solo se l’impresa o l’unità locale ha più di 10 dipendenti.
  3. Chiunque effettua attività professionale di raccolta e trasporto di rifiuti: Inclusi i trasportatori per conto terzi iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali.
  4. Commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione.
  5. Imprese ed enti che effettuano operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti: Gestori di impianti autorizzati.
  6. Consorzi istituiti per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti.
  7. Gestori del servizio pubblico di raccolta (inclusi i Comuni), per la comunicazione relativa ai rifiuti urbani raccolti in convenzione.

Casi particolari e codici ATECO da monitorare

Alcune attività economiche, identificate da specifici codici Ateco (PDF), sono statisticamente più soggette all’obbligo MUD a causa della natura dei rifiuti prodotti. Ad esempio:

  • Settori industriali e manifatturieri: Produzione di rifiuti pericolosi e non pericolosi.
  • Commercio all’ingrosso e dettaglio (G45, G46, G47): Soprattutto se gestiscono imballaggi terziari o rifiuti particolari.
  • Settore edile e demolizioni (F41, F42, F43): Produzione di ingenti quantità di rifiuti speciali.
  • Attività sanitarie: Produzione di rifiuti sanitari pericolosi.
  • Autoriparatori, carrozzerie: Produzione di rifiuti pericolosi (oli esausti, batterie, ecc.).

 

È sempre fondamentale verificare la tipologia e la quantità dei rifiuti prodotti e il numero di dipendenti, indipendentemente dal codice Ateco.

Chi è esonerato dalla dichiarazione MUD?

Non tutti sono tenuti alla presentazione. Le principali esenzioni MUD riguardano:

  • Imprese agricole di cui all’art. 2135 c.c. che conferiscono i propri rifiuti nell’ambito di circuiti organizzati di raccolta (salvo obblighi specifici per rifiuti pericolosi o particolari comunicazioni).
  • Produttori iniziali di rifiuti non pericolosi che non superano la soglia dei 10 dipendenti (come specificato sopra).
  • Liberi professionisti che non operano in forma d’impresa (es. studi medici, commercialisti) per i rifiuti prodotti dalla loro attività, a meno che non rientrino in altre categorie obbligate (es. produzione di rifiuti pericolosi specifici).
  • Soggetti la cui produzione di rifiuti rientra quantitativamente e qualitativamente nei rifiuti urbani e viene conferita al servizio pubblico.
  • In prospettiva futura, le imprese che adempiono agli obblighi di tracciabilità tramite il RENTRI (Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti), una volta che questo sarà pienamente operativo e integrato per sostituire il MUD per determinate informazioni. Nota: Attualmente (Aprile 2025 con proroga al 28 Giugno 2025), il MUD rimane un adempimento separato e obbligatorio per i soggetti tenuti.

Come verificare l’obbligo MUD per la propria attività

Per capire con certezza se la tua impresa o ente è obbligato a presentare il MUD, devi:

  1. Analizzare i tipi di rifiuti prodotti/gestiti: Sono pericolosi? Sono non pericolosi derivanti dalle attività indicate dalla norma?
  2. Verificare i codici CER associati ai tuoi rifiuti.
  3. Controllare il numero di dipendenti dell’impresa o dell’unità locale (se rilevante per i rifiuti non pericolosi).
  4. Esaminare la tua attività: Sei un trasportatore? Un intermediario? Un gestore di impianto?
  5. Considerare eventuali comunicazioni specifiche: Esistono diverse sezioni del MUD (Rifiuti, Veicoli, Imballaggi, RAEE, Rifiuti Urbani). Potresti essere obbligato a compilarne solo alcune.
  6. Verificare se puoi rientrare nella categoria del MUD Semplificato, una modalità di dichiarazione più snella per alcuni produttori.

 

In caso di dubbi, è sempre consigliabile consultare la normativa aggiornata, rivolgersi a un consulente ambientale esperto o utilizzare software specifici che possono aiutare a definire l’obbligo in base ai dati aziendali.

 Stabilire correttamente se si rientra tra i soggetti obbligati alla dichiarazione MUD è essenziale per la compliance ambientale della propria attività. La normativa definisce criteri precisi basati sulla tipologia e quantità di rifiuti, sul numero di dipendenti e sul ruolo svolto nella filiera della gestione dei rifiuti (produttore, trasportatore, gestore). Verifica attentamente la tua posizione e, se obbligato, preparati per tempo alla compilazione e all’invio telematico della dichiarazione.

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